PROGETTO FOTOGRAFICO
MUSICA E FOTOGRAFIA, LE CANZONI DI CLAUDIO RONCONE

Il Gruppo Fotografico DLF – EFI di Chiavari, con la collaborazione del cantautore genovese Claudio Roncone, organizza un progetto fotografico aperto a tutti i fotografi amatoriali e professionisti iscritti ad un Fotoclub della Regione Liguria.

Tema del progetto è “Musica e Fotografia – Le canzoni di Claudio Roncone”.

Il progetto è organizzato in un’unica sezione per portfolio o racconto di immagini.

Gli appassionati di fotografia sono invitati a partecipare inviando immagini che interpretino, in un racconto o portfolio fotografico il lavoro artistico del cantautore genovese. Ogni racconto/portfolio può essere riferito sia all’insieme dell’opera musicale, sia ad un particolare aspetto/tematica sviluppato all’interno dello stesso (all’interno di un singolo brano o ricorrente in più brani differenti).

Ogni autore può inoltrare un racconto/portfolio composto da un numero di immagini variabile tra un minimo di 6 ed un massimo di 10.

I titoli ed i relativi testi delle canzoni proposte sono disponibili su questa pagina nelle sezioni poste a sinistra.

La partecipazione al progetto è gratuita e deve avvenire esclusivamente per mezzo di questo sito, dove dovrà essere compilata la scheda di iscrizione ed effettuato l’upload delle immagini. (vedi sotto)
Sono accettate immagini sia a colori che in bianco e nero; sono ammissibili immagini ottenute parzialmente con programmi di computer grafica, con la sola limitazione che la componente fotografica dell’immagine sia nel complesso preponderante.

Non sono ammesse scritte o filigrane applicate alle immagini inviate; non sono ammesse altresì cornici o bordi applicate alle stesse.
Le immagini dovranno essere in formato .jpg con risoluzione pari ad almeno 3000 px sul lato lungo, con una dimensione massima del file pari a 6 Mb.

Le immagini dovranno essere così rinominate:

Cognome+Nome+Titolo_del_racconto/portfolio+numero progressivo a due cifre.

Esempio: il racconto/portfolio di Mario Rossi denominato “Il mio portfolio” dovrà essere così rinominato:

Rossi+Mario+il_mio_portfolio+01

Rossi+Mario+il_mio_portfolio+02

Rossi+Mario+il_mio_portfolio+03

Rossi+Mario+il_mio_portfolio+04

Ecc…

E’ possibile inserire un breve testo di presentazione del lavoro nello spazio dedicato all’interno della pagina di invio delle immagini.

Una giuria qualificata di esperti di musica e di comunicazione visiva selezionerà le fotografie ricevute secondo i seguenti criteri di valutazione:
– interpretazione della canzone prescelta;
– esecuzione tecnica dello scatto.
Non saranno per nessun motivo accettate immagini pervenute oltre la data di scadenza del progetto.

Le fotografie selezionate saranno stampate a cura del Gruppo Fotografico DLF – EFI di Chiavari e diverranno oggetto di una mostra fotografica organizzata in concomitanza con un concerto del cantautore Claudio Roncone in data che verrà comunicata in seguito attraverso il portale internet www.dlffotochiavari.org.

Le fotografie ammesse potranno inoltre essere utilizzate all’interno del booklet del cd di Claudio Roncone, attualmente in fase di registrazione e produzione o in altro materiale inerente la sua produzione musicale (es. manifesti, locandine, ecc..). In tale caso, la scelta delle immagini avverrà da parte dell’artista e del suo staff a loro insindacabile giudizio, con una valutazione che terrà conto in particolare della grafica del booklet e dell’armonia generale del prodotto stampato. Per tutte le fotografie inserite all’interno del booklet sarà citato l’autore dell’immagine stessa.

Ogni partecipante è responsabile di quanto è oggetto delle fotografie inviate e ne assume la paternità, rimanendo pienamente responsabile del contenuto delle stesse. Le foto potranno essere utilizzate per qualsiasi iniziativa, senza fini di lucro, organizzata dal circolo e/o dall’artista, sempre e comunque citando il nome dell’autore.

Gli organizzatori, pur assicurando la massima cura delle opere e dei dati personali forniti, declinano ogni responsabilità per eventuali danni o smarrimenti derivanti da qualsiasi causa. Nel caso di riproduzione di volti-persone l’autore dichiara di avere il consenso all’utilizzo ed esposizione della foto. La partecipazione al progetto implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento.

In base a quanto stabilito dal D. Lgs. 196 del 30/06/03, la partecipazione al progetto comporta, da parte dell’autore, l’autorizzazione al trattamento, con mezzi informatici o meno dei dati personali e alla loro utilizzazione da parte degli organizzatori e/o di terzi, da queste incaricati, per lo svolgimento degli adempimenti inerenti al progetto e degli scopi associativi.

Il calendario del progetto è il seguente:
Inizio accettazione opere: 15/05/2019
Termine accettazione opere: 30/11/2019
Riunione giuria: entro 45 giorni dal termine di accettazione delle opere

I riconoscimenti per i partecipanti selezionati saranno i seguenti:
– Mostra fotografica con tutte le immagini selezionate, stampate a cura del Gruppo Fotografico DLF – EFI di Chiavari, effettuata in concomitanza con un concerto del cantautore Claudio Roncone.
– N. 1 copia del cd di Claudio Roncone con dedica dell’artista a tutti i fotografi selezionati;
– Eventuali altri da definirsi.

A tutti i partecipanti sarà inviato il catalogo digitale.

I risultati della selezione della giuria saranno comunicati tramite il portale internet www.dlffotochiavari.org.

Per ulteriori chiarimenti si prega di contattare il gruppo fotografico DLF ai punti di contatto presenti sul sito web istituzionale.

Alcuni esempi musicali sulla pagina: http://bit.do/claudioroncone

Scarica il pdf del progetto: Progetto fotografico Roncone

Scarica il pdf dei testi completi: Concorso fotografico Roncone – Testi canzoni

VEDI LA SELEZIONE DELLA GIURIA ED IL CATALOGO COMPLETO

ALTROVE
(Testo e musica di C. Roncone)

Continuerai davvero a capire le correnti;
quando andrà via la neve qualcuno vorrà dire:
è tempo di cambiare è tempo di partire,
è tempo di volare sui mari e le scogliere.

E scioglierai le ali senza condizioni;
varcherai confini senza esitazioni.
Ti troverai vedetta nella terra di nessuno
Ti troverai regina di una scacchiera nera.

Mi proveranno i venti l’odore della tua vita;
querce licheni e faggi, l’eco dei tuoi passaggi.
Fiumi foreste e grotte mi riconosceranno;
Nuvole pioggia e lampi saranno i miei compagni.

E cadrò sfinito nella terra di nessuno.
Sentirò le tue ali aperte sul mio corpo
E vedrai la luce di giada dei miei occhi
Incastonati corpi, riposeremo altrove.

AMICO MIO
(Testo e musica di C. Roncone)

Non so perché ma so
che prima o poi ti rivedrò.
Allora sì che canteremo come ci va, perché ci va.
Allora sì che suoneremo con chi ci va, per chi ci va.

Poi ti dirò che so
quali emozioni ritroverò.
Allora sì che rideremo come ci va, perché ci va
Allora sì che brinderemo con chi ci va, per chi ci va.

E ti dirò che so
quali canzoni ti canterò.
E allora sì che balleremo fin che ci va con chi ci va.
E allora sì che sogneremo fin che ci va, con chi ci va.

Allora sì che ci riabbracceremo,
ma un po’ più in là
Quandu vurià
U segnü.

ANGELI
(Testo e musica di C. Roncone)

Io son come i tipi nel circo che volano senza paura
e sogno ad occhi aperti una vita che sia meno oscura.
Sono un angelo un poco indeciso scelto a caso così all’improvviso
per guidare le anime perse attraverso stagioni diverse

Che dirò e che farò, io non so navigare.
Io so naufragare e so anche annegare.
Che farò e che dirò, io so solo sbagliare
Io so rinunciare e so anche arretrare.

Con parole senza dolore, con silenzi che urlano amore.
con parole che ridono sale con silenzi che giocano al sole.
E comunque poi vada a finire, resta il fatto che tu puoi capire.
Non sorridono poi tanto i santi se tu sputi su quel che hai davanti.

Che dirai e che farai, ora sai camminare.
Il tuo sorriso è il mio paradiso.
Che farai e che dirai; hai la voce, offri un canto.
Il mio sorriso è il tuo paradiso

Tutti giù per terra, tutti giù per terra,
con la faccia a terra, con la faccia a terra,
fuori c’è la guerra, fuori c’è la guerra
chi ci salverà…

Tutti giù per terra, tutti giù per terra,
con la pancia a terra, con la pancia a terra,
fuori c’è la guerra, fuori c’è la guerra
ma chi la farà…

Te çerchiò in te quarsiasi çittæ perché a paxe a nu n’à né bandëa né etæ,
te çerchiò in te quarsiasi çittæ perché amô u nu n’à né patria né etæ.

APPRODO A MARKAB
(Testo e musica di C. Roncone)

Ti t’adesciè in scia terra che nu ghe saià de ma,
ti t’adescié assé se nu ghe saià ciù a sa.

Lei lo sa dove va,
lei lo sa che passerà
ogni tempesta solare
e lascerà più terra che mare.

Si dovrà faticare per tornare
e allora lei sarà linfa vitale
che ci ricondurrà nel cielo di Saros,
al nostro approdo naturale

Lei così visibile,
lei così imbattibile
da tutti i mari cosmici in burrasca
da tutti i venti viola siderali
e a tutti i buchi neri nel creato.

Mia stella di Sigizia
che voli tra i Kozai,
rimani sempre viva, non adombrarti mai.
Eclissati al mattino, focaccia e vermentino,
riappari a notte fonda, carrugi e baraonda.
Illumina i bicchieri, che sbocciano i pensieri,
volteggia fino all’alba, orientami nel caos.
Continua la tua danza che genera la vita
e vai …

BASTAVA
(Testo e musica di C. Roncone)

Bastava non guardare, bastava dimenticare.
Bastava la tua fame, bastava uno straccio.
Bastava questa pelle, bastava la mia puzza.
Bastava questo fango, bastava povera gente.

Bastava tutto il cuore, bastava e non potevo.
Bastava quello sguardo, bastava anche un cane.
Bastava un buongiorno, bastava… sono matto.
Bastava la tortura, bastava la mia vita.

Bastava un momento, bastava sei un porco.
Bastava il mio sangue, bastava…
Bastava.

Bastava non capire, bastava la sua catena.
Bastava la mia morte, bastava quanti errori.
Bastava l’indifferenza, bastava la sua ragione.
Bastava quante storie, bastava la tua razza.

Bastava l’ignoranza, bastava un’opinione.
Bastava il tuo potere, bastava occhi a terra.
Bastava la tua idea, bastava un solo dio.
Bastava siete in troppi, bastava un mattatoio.

Bastava essere vivo, bastava il tuo dolore.
Bastava solo dirlo, bastava…
Bastava.

CANZONE DELLA PRIGIONE
(Testo e Musica di C. Roncone)
Come posso ascoltare parole così oscure da velare il sole,
quale effetto filtro o pozione spegne il lume di questa ragione.

Se il deserto che invade una mente, mi spaventa come fosse morente
il destino di queste creature non può nascere dalle mie cure.

Strampalato sballato e bislacco, se d’estate tu infili il colbacco,
se stragiuri la tua verità della neve che ti parla e verrà.

Oh sbiellato cuoco impazzito che sfornella le idee di un fallito
e per dare più sapore al suo piatto ci grattugia sentenza di sfratto.

Tu canticchi però una canzone, sempre quella imparata in prigione
e la voce sicura e ben tesa è una piaga nel mio petto accesa.

Ed allora io come d’incanto, ti capisco e provo rimpianto
e mi dico non posso proibire al mio cuore di starti a sentire.

É così che noi andiamo avanti, alti e bassi mai troppo distanti;
forse il metodo è un poco inusuale ma così io mi sento normale.

CIAOCARO
(Testo e musica di C. Roncone)

Teste vuote come bicchieri vuoti,
a vedervi così fareste pure ridere.
E invece fate paura
perché manovrate le leve del potere,
create ad arte le vostre convenienze.
Seminate solo odio, dolore e disperazione,
vivete per il possesso e la prevaricazione.
Vi circondate di adulatori prezzolati,
esibite voi stessi come gotiche cattedrali…

una maschera dietro l’altra per ogni occasione.

A tutti i portatori di buio sociale.
Agli oscuratori della libertà di espressione.
Ai contraffattori delle verità.
Agli sciacalli delle minoranze.
Ai sacerdoti del tempio dei soprusi.
Agli illuminati dal proprio ego.
Ai promotori di abusi e atrocità.

Avidità e pace da sempre si escludono a vicenda.

COSTRETTE
(Testo e musica di C. Roncone)

Basta un’occhiata per capire come stai
Basta un’occhiata per sapere come mai

Tu vuoi danzare, tu vuoi cantare
fuori dall’ombra fuori dal controllo

Tu vuoi partire, tu vuoi tornare
fuori dalla violenza, fuori dalla paura

Basta un’occhiata per capire come stai
Basta un’occhiata per sapere come mai

Tu vuoi morire, tu vuoi urlare
fuori dalla vergogna, fuori dalla rabbia

Tu vuoi sparire, tu vuoi scappare
fuori dal tuo corpo, fuori da questo fetore

Basta un’occhiata per capire come stai
Basta un’occhiata per sapere come mai

FACCE DI SALE
(Testo e musica di C. Roncone)

Saieva mègio parlâ d’atre cösse ma nu se poe.

Gozzi calati in mari strappati, eccoli i nostri colori.
Facce di sale che sputano fiele ma parlano con le vele.

E sfilano verso, remano incontro alle diversità;
e remano verso, sfilano contro alle avversità.

Profumo di casa, odore di pane, eccoli i nostri sapori.
Porte sbarrate, tende tirate a nascondere i nostri tesori.

La paura di dare, la vergogna di domandare.
La paura di andare, la vergogna di non ritornare.

Nu perdiemû mai n’a palanca, nu serchiemû manc’un cittou
Inte n’atra stacca davei.

Sempre più distante la rete da sfamare,
ma nel mio tascapane i tuoi occhi a confortare

E quel che rimane è sudore;
e quel che rimane è il nostro amore.

Per questa nostra terra, per questo nostro mare;
per tutto quel che resta che ci fa tornare

Nu perdiemû mai na palanca, nu serchiemu manc’un cittou
Inte n’atra stacca davei.

Saieva mègio parlâ d’atre cösse ma nu se poe

FORSE
(Testo e musica di C. Roncone)

Forse è uno spacciatore che ha fissato il tuo valore,
forse è stato uno sciacallo che ti ha messo in un bordello.

Forse sono le tue labbra che ti fanno imbavagliare,
forse è per come li guardi che sei cara da pagare.

Ma tu continui a parlare con le nuvole,
ma tu continui a giocare con le pillole.
E intanto le tue lacrime rimangono con te.

Forse anche in quel bicchiere vedi il fondo del tuo fondo,
forse anche quello specchio crocifigge la tua mente.
Forse tutto il tuo dolore sarà nato da tua madre,
forse tutte le tue ombre tu vorrai sputarle a me.

Ma tu continui a far ballare il diavolo,
ma tu continui a offrirgli la tua carne.
E quante volte ancora tu vorrai
crocifigger la tua mente…

FRONTIERE
(Testo e musica di C. Roncone)

Stamattina capelli più corti;
occhi e vino, lo stesso colore.
Ma piuttosto che morire di noia,
firmerei per morire d’amore.

Che morire d’amore dev’essere
più noioso di una telenovela,
ma morire di noia vuol dire
non sentir più la tua ragnatela

Suona lungo il sentiero dei ladri di sogni questa melodia.
Suona lungo il sentiero del lago dei cigni questa anestesia.

Io le dico quest’anno farà freddo,
in montagna fiorirà la genziana.
Lei mi guarda ridendo e mi dice:
metteremo la maglia di lana.

Lei si è sposata di notte
e, arrivata ogni giorno la sera,
lei mi Lascia con baci di rose
per tornare a passar la frontiera.

Suona lungo il sentiero dei padri questa malattia.
Suona lungo il sentiero dei figli questa anomalia.

Stamattina capelli più corti;
occhi e vino lo stesso colore.
Ma piuttosto che morire di noia,
ho firmato per morire d’amore.

GOLGOTA
(Testo e musica di C. Roncone)

Non chiamare in aiuto le stelle per guidare la tua mente ribelle,
trova solo quel filo di luna che nel buio ti porti fortuna.

Non esiste compagno di viaggio, una luce brillante evidente
come stella cometa di maggio a indicare saggezza eloquente.

Quando inciampi e ti senti morire in quel fango che fa soffocare,
quella puzza che devi subire tutto il mondo ti fa vomitare.

Ti rigiri su un fianco del letto, sei inzuppato di angoscia e deliri
quando l’orma ha segnato i bicchieri, sei di nuovo così come ieri

Il tuo cuore rallenta il cammino, la tua testa che pare un violino,
quella giostra impazzita dal vino è un mare di luci cristallo e turchino.

Son brandelli di questa tua vita come lampi di mille colori,
sono petali di margherita col profumo di quei mille fiori.

Finalmente ti presto l’estate, è un torrente di acque pacate;
scende calmo da quelle vallate e le sue sponde son rive dorate.

E così ora va a meraviglia, sei di nuovo tranquillo e sereno
come croce per quel nazareno, io il tuo Golgota in questa bottiglia.

GRAN CARNEVALE
(Testo e musica di C. Roncone)

C’è una donna che canta su una nave fantasma,
il suo corpo è del vento in un giorno che muore.

C’è una donna che balla su una lastra di ardesia,
il suo corpo è del sole in un giorno che nasce.

È come la luna che ondeggia sul mare
e il tempo non segna il suo volto di sale

Tu che sei fiamma e luce, tu che sei sangue e miele,
ora sei mascherata in questo gran carnevale.

Il più bravo dei figli non è ancora cresciuto,
il più bello dei giorni non è ancora vissuto

È come la luna che ondeggia sul mare
e il tempo non segna il suo volto di sale

Molti abissi già visti come eterni rivali,
molti andare o restare, poi nuotare o affogare.

Mi ha guidato la bussola con un ago sballato,
mi ha portato la pace e non ero ubriaco

È come la luna che ondeggia sul mare
e il tempo non segna il suo volto di sale

IL TEMPORALE
(Testo e musica di C. Roncone)

Se io pure fossi cieco, come potrei non vedere
la paura che ti assale quando pensi di morire.

Se io fossi più che sordo, capirei le tue parole
di egoismo e di rancore verso tutti e verso il sole.

Se il tuo verbo non uscisse come muto di stupore
domandando quanto tempo ti è concesso dal dolore

Ecco forse una scintilla, un brillio della mia vista
ti farebbe poi capire quanto serva ben campare.

Quanto occorre poi sapere che il demanio a noi vitale
è soltanto un temporale presto arriva il gran finale.

IL TRENO A MEZZANOTTE
(Testo e musica di C. Roncone)

Difendo la tua allegria come una trincea,
la difendo dagli accanimenti e dalle ipocrisie;
dalle assenze transitorie e da quelle definitive
dai cancelli chiusi a chiave e dalle mie paure

In questa notte dura e scura lascia accesa la tua fiamma.
Le parole son sbiadite ma non mi sono addormentato
In questa fitta ragnatela siamo qui per un momento,
i silenzi sono tuoni non si può tornare indietro.

Le finestre son ghiacciate sulla spiaggia arrugginita
anche il padre di tuo padre era in riva a questo mare.
L’uomo saggio cerca l’alba, l’uomo giovane le labbra;
e la luce della sorte apre e chiude le sue porte

Il bicchiere ormai è vuoto e lo zingaro ha suonato,
due proiettili negli occhi non riesco più a vedere.
I fantasmi del palazzo non insegnano a partire
ed il tempo passa e corre, come il treno a mezzanotte

IO SONO LA TEMPESTA
(Testo e musica di C. Roncone)

Volate via nell’oscurità,
volate via cattivi pensieri.
Io sono la tempesta!

La mia mente si tuffa in te,
brezza di mare si fonde al mare.
Io sono il vento che forma l’onda,
noi siamo il canto che ci circonda.

Io ti incontrerò e ti ascolterò
e ti parlerò (ehhh!)

E ti abbraccerò e ti bacerò
e ti mostrerò il suono del maestrale.
Tagliente fischierò tuonando la burrasca
e mi specchierò nel dolce tuo sorriso.

Denti di spuma, labbra di sale, pelle di sole (ehhh!)

Volate via nell’oscurità,
volate via cattivi pensieri.
Io sono la tempesta!

JUNKIES
(Testo e musica di C. Roncone)

Il cervello è sulla luna con la gobba da levante
e la vita si consuma mentre sono qui con te.
Siamo insieme alla catena a scavare questa fossa,
mangio terra, sono foglia che da tempo è scesa giù

Ora sono il mio pensiero, senza volto e senza età,
ero goccia di rugiada, ora polvere e pietà.
Tra un randagio che mi sniffa e uno scoppio dentro un bar,
basta un battito di ciglia e mi sposto un po’ più in là

Niente freddo, niente fame, né stanchezza né dolori.
Niente amore, niente patria, né piacere né valori.
Niente veli né poltrone, né coperte né cartoni.
Niente amici né illusioni, niente sogni né emozioni

Il cervello è sulla luna, ora è tonda sulle case
e la notte mi consuma mentre sono qui con te.
Sei carezza e sei fortuna, sei il perdono di una madre,
solo tu mi tieni al laccio, rosso fiore nel mio sangue

Niente freddo, niente fame, né stanchezza né dolori.
Niente amore, niente patria, né piacere né valori.
Niente veli né poltrone, né coperte né cartoni.
Niente amici né illusioni, niente sogni né emozioni

L’EROE DI COLORO
(Testo e musica di C. Roncone)

Se inta mae vitta fuisse staetu diversu
nu saieva ciú chi ma inte n’atru universu.

Scinna che e prie annian fin au fundu
d’abbellinæ ghe ne saià de lungu.

Pescòu de canna, purtòu de cristu,
abbelinæ couscì mi nun’ò mâi vistu.

Mi sun de mazzu, a son de forza e curazzu
mangiu preboggiun e beivu vin du braccu.

All’era dell’oro la lira era loro,
all’era dell’euro la lira era l’oro

Nell’ora dell’ira l’eroe di coloro
sia l’euro che l’oro a loro rubó.
Sia l’euro che l’oro a loro rubó

L’eroe di coloro u nû l’è abbelinou!

LA SCIMMIA GRIGIA
(Testo e musica di C. Roncone)

La scimmia grigia mi compare sulla spalla
l’attimo prima che me ne renda conto
era già un po’ che mi stava sulla spalla
è che a vederla, io, non ero pronto

La guardo, non mi muovo, indossa un bell’abito grigio
qualcuno glielo avrà regalato
perché lo porta come fosse nuovo

La scimmia grigia non mi dà fastidio,
è un animale, diciamo, sociale.
Tranne quando insiste e mi ubriaca,
non vuole farmi vedere il bene e il male

Vuole vietarmi, quasi fosse dio,
l’accesso al frutto della conoscenza.
Vagli a spiegare che nemmeno lui
sa mica bene, poi, la differenza

Ed anche i vecchi con il telefonino,
generazioni prese nella rete,
ognuno vuole la scimmia lì vicino,
qualcuno forse, ancora, la vede

E gli studenti navigano in balia
dei mille mondi che se li tengono stretti.
E l’astronave come per magia si popola di un milione di folletti.
Qualche mago del lontano oriente deve avercela importata
questa magia che trasforma il buio
anche in una foresta incantata.
Come l’immagine bionda e calda che da subito mi appare
e il pettirosso che cercava l’alba
si è ritrovato con lei nella boscaglia

LIBERTÀ
(Testo e musica di C. Roncone)

Vedo castelli nel cielo, nascosti tra le nuvole.
Vedo gli autunni tra i monti, si sciolgono i colori.
Vedo anche i rami degli alberi
che scendono a cullarmi

Ma… non vedo te. Non so dove sei o dove vai.
Quando non ci sei, cacciata da noi.

Scellerati.
Presuntuosi.
Libertà.

Sento cantar le sirene, è come volare sul mare.
Sento l’orchestra del cielo, le stelle si fanno toccare.
Sento anche il fetido odore di chi ci consegna la fine

Ma… non vedo te. Non so dove sei o dove vai.
Quando non ci sei, cacciata da noi.

Scellerati.
Presuntuosi.
Libertà.

LEI CORRE
(Testo e musica di C. Roncone)

Lei corre via col suo vestito blu,
lo fa in silenzio e si fonde a te da sempre è così.

Lei corre e si specchia e chiede a me.
In questo tempo tu; per giorni, per anni e poi niente più.

Tu mi stringi e ml prendi.
Tu che spegni i sogni miei,
tu che sempre sorprendi.

Lei corre via senza voltarsi più.
Il tempo e i miei baci ormai; insieme no, non capita più.

Lei corre e si specchia e si scioglie a me.
In questo tempo che per giorni per anni e poi niente più.

Tu mi stringi e ml prendi.
Tu che spegni i sogni miei,
tu che sempre sorprendi.

LO SGUARDO DI DIO
(Testo e musica di C. Roncone)

Son tempi che affilano i denti dei cani da difesa,
son tempi che ridono e piangono e non sanno il perché.

Son tanti cosparsi di gloria dagli adulatori,
son tanti che siedono soddisfatti sui loro porcili.

E vedono entrare uomini nelle loro stanze,
e vedono entrare denari nelle loro tasche.

Prima di questa stazione di desolazione,
prima di questa stagione di chiacchiere a morte.

Prima di esser tradotti sul ”luogo del teschio”,
prima dell’ora che trafiggerà ogni nostro ricordo.

Ti prego sorella speranza di tornare ancora
e spiego a me stesso: il coraggio lo devi trovare.

Aprire una porta e vederti distesa al mio fianco,
più luce di un sole che esplode a tre metri da me.

Più spazio, più tempo, più voce e più suono per te,
signora sei sotto una quercia al calar della sera

Signora sei esausta e feconda nella brezza dell’alba.
Signora che hai lo sguardo di dio non esser troppo severa.
Signora che hai lo sguardo di dio non esser troppo severa

NIENTE DI NUOVO
(Testo e musica di C. Roncone)

Conosco le strade ma le confondo sempre,
conosco le strade, anche quelle sterrate.
Conosco le strade, specie quelle in salita,
conosco le strade, soprattutto dove mi perdo

Apro la mano sulle vie del serpente,
apro la mano dove si divide la sorte.
Apro la mano, lascio cadere il coltello;
apro la mano prima che il sole vada via

Il vento soffia via la voce degli abissi,
il vento apre il cielo e fa tremare le stelle.
Il vento che strega le acque dei mari,
il vento non porta parole di pace.

Razza nata da caino non conosce che morte,
razza nata da caino da oriente a occidente.
Razza nata da caino, preti, scienziati e curiosi;
razza nata da caino, popoli del ghiaccio, popoli nudi

Sento sulla pelle millenni di preghiere,
sento sulla pelle urla di uomini in battaglia.
Sento sulla pelle le ferite dell’odio,
sento sulla pelle il fuoco delle vanità.

Niente di nuovo, belzebù banchetta.
Niente di nuovo, oggi come ieri.
Niente di nuovo, lo stesso mattatoio
Niente di nuovo, per queste strade.

OMBRE
(Testo e musica di C. Roncone)

Luride stazioni ferroviarie, sale d’aspetto,
il rumore della pioggia rimbomba dentro al cuore,
si scaglia con il vento che mi porta tra le ombre.

E rimango qui a fumare i miei anni perduti.
E rimango qui a soffiare in queste mani di vetro.

Lingua di mio padre che taglia e se ne va.
ogni giorno pesa questa verità.
Recito preghiere e non solo per me, figlio prodigioso di peccati.

E intanto arriva con il buio un dio dimenticato.
E intanto arriva nella notte una sirena che mi avvolge.

Ora sono lì con questa lista d’amore,
in questo viaggio tra le macerie.
E aspetto paziente la tua misericordia e vorrei metter regola alla mia veglia.

Chi mi insegnerà portandosi anche via
chilometri di grappa, ettolitri di poesia.
Dove andremo a perderci un giorno e quanto ancora avrò da soffiare
… e da fumare?

RICORDERÒ
(Testo e musica di C. Roncone)

Ricordero’ un giorno il sonno perso negli occhi di mio padre,
o la febbre di Marco nel cesto dei funghi messicani;
e le risate che sembravamo cani.
O le mie ferite nelle sfide contro il mondo.
O le mie ferite nelle sfide contro il mondo.

Poi via nei vicoli di corsa a succhiare le acciughe con i calici alzati
a bere orate e tempo fino all’ora di filare via ,
con la bestia al fianco sempre pronta a suggerire.
Tutto nell’attesa di una canzone,
tutto nell’attesa di una nuova canzone.

E tra le ombre della notte, a volte preda o predatore come i lupi
e un mondo, poi un altro e un altro ancora
con la bocca riarsa alla ricerca di una fonte.
Cercare, trovarsi e tenersi per mano.
Cercare, trovarsi e tenersi per mano.

Ricorderò la vita di sicuro anche da morto;
e la luna quando si scopre lentamente e i tuoi occhi profondi.
E da spettatore diventavo attore.
E il tuo odore che neanche la pioggia ha cancellato.
E il tuo sapore che neanche il tempo cancellerà.

SOGNO
(Testo e musica di C. Roncone)

Donne, non amatemi.
Nulla vi posso donare
di ciò che cercate.
Sono il riassunto delle miserie umane.

E fratelli non venite
a discutere ancora.
La mia pazienza è sorda,
stanca ed errabonda
per le vostre parole vuote d’amore.

E i vagabondi non mi chiedano aiuto,
più non raccontatemi pene.
Il mio cuore è un lago di pianto
e allora perdonate la mia presenza che a lungo vi ha medicato questo vitale inganno

La mia fatica tutta è dispersa
e nella mia gola è morta anche la parola
… ma che cazzo di sogno di merda.

STANOTTE DORMIRAI
(Testo e musica di C. Roncone)

Affogo in questo scempio
fino a non trovarmi più;
non lasceremo il segno,
che bellissima gioventù

Lama di coltello
traccia la mia pelle,
è un triplo salto al buio,
è un lampo di luce blu.

Quando finirà il tempo,
solchi rosso d’inferno.
È un giorno mutilato
a prezzo di mercato

Mani alla mia bocca,
mani alle mie mani.
Ognuno si dava da fare,
stanotte dormirai.

Solo con i miei diavoli,
non hanno né vesti né nomi;
mi soffiano bagliori,
il sole come una stella.

Sono corteccia di quercia,
mi chiamano sulla collina.
Quando ho rivisto il cielo
le nuvole erano chiare.

Û BALLÛ DE SAN PÈ
(Testo e musica di C. Roncone)

Qui chi campa tuttu l’annû vedde e feste coumme n’dannû
carlevâ û l’e mezû mattû e û se veste coumme n’gattû

Se poi t’intri in ta cuxinna, sarse e bé ti a trovi pinna,
de sasissæ, de berodi, de pulastri e de cappuin.

Dapertuttu gh’è a verdua, gianca, neigra, molla e drua.
Ti t’assetti spurcacciun e ti beivi du vin bun

Ôve gianche e radicciun, eccu un bellû purpettun.
Quandu ben ti l’e’ asciaccæ, nu ascourdate tante giæ

Mmangia mangia a strangouscioun, i merelli cû vin bun.
Mangia mangia rumentá, anche û pestu in tu murta

Ciôve ciôve ciôve ciôve, e galinnæ fan e ôve;
fan e ôve gianche e belle cumme e trinne de gûnelle

Chi va a letû sensa senna tütta notte ü se remenna,
chi va a nosse sensa inviû û l’e ma vist û e ma serviû

Qui chi campa tuttu l’annû vedde e feste coumme n’dannû
carlevâ û l’e mezû mattû e û se veste coumme n’gattû

TULIPANI
(Testo e musica di C. Roncone)

Non occorre parlare,
certi silenzi soffian come il vento.
Foglia d’amore vola lontano,
nel tempo in cui si apre un tulipano

Era all’inizio un piccolo cuore
che linfa e destino premeva a fiorire.
Spalancò i petali e fu bocca e cratere,
fuggirono parole, baci ed ore

E splendido fu il tempo.
Necessario, lento, violento
Per me forse l’ultimo, per te il primo;
il primo del tuo nuovo giardino.

Per me forse l’ultimo, per te il primo;
il primo del tuo nuovo giardino.